DELTA DEL PO

Mi sembra giusto iniziare questo Blog con un luogo che regala sempre tante emozioni nonostante ci vada ogni anno: Il Delta del Po!
Penso d'aver, ormai, percorso ogni strada del parco e fotografato tutto, ma ogni anno scopro nuovi scorci. Inizialmente andavo d'estate, ma c’erano troppi turisti quindi il luogo perdeva molto del suo fascino. Ora ci vado nel periodo invernale. Parto sempre al mattino presto, rigorosamente in sella al mio scooter, perché, oltre alla bicicletta, è il mezzo migliore per visitare il parco. Generalmente il trasferimento da casa al Delta è monotono, perciò ogni volta cerco strade nuove. La più bella, in assoluto, è quella sull’argine del Po. È di solito percorribile, ma bisogna fare attenzione alle numerose piste ciclabili. L'itinerario che ho deciso di fare, mi permette di vedere tutta la zona del Delta. La strada è tanta, ma è un piacere percorrerla. Arrivati nelle vicinanze di Taglio di Po, che rappresenta la porta d’ingresso ai molti itinerari che si possono percorrere nel Delta, si segue la SS309 sino all'incrocio che porta a Rosolina Mare. Prima del centro abitato all’altezza di Portesine, si gira a destra per una strada stretta chiamata “Via delle Valli”. E’ asfaltata ed è circondata da entrambe le parti dalla Laguna. Essa regala paesaggi spettacolari e in inverno non è trafficata. Le uniche macchine che s’incontrano sono quelle dei pescatori locali ma trovare punti di sosta per auto o camper è difficile. Con la moto, però, non è un problema, basta fermarsi ai bordi della strada. In alcuni punti gli argini sono alti qualche metro e salendoci sopra è possibile osservare (nelle giornate terse) tutta la distesa delle valli. La strada, quindi, prosegue sino all'isola di Albarella che, purtroppo, non è visitabile perchè proprietà privata. Non resta perciò che seguire le indicazioni per Porto Levante. Nel piccolo centro di pescatori ci s’immerge per la seconda volta nelle distese paludose; la strada è stretta e un po’ più trafficata della precedente, ma sono spesso presenti piazzole di sosta. In alcune di esse ci sono tavoli da pic-nic e strutture di legno per osservare la fauna e la flora della laguna.
NOTA: prestare attenzione perchè alcune di queste strutture sono inagibili e pericolose.
Si sosta, quasi obbligatoriamente, per mangiare in queste aree, anche se è inverno e fa freddo, perchè è sempre un piacere campeggiare e guardarsi attorno, completamente immersi nella natura. Proseguo l’itinerario con la voglia di fermarmi spesso a scattare foto. La strada è ancora lunga e piacevole... proseguo seguendo le indicazioni per Ca Venier, (fare attenzione perchè in questa zona ci sono numerose strade che portano a cascine o su sentieri difficilmente percorribili). Arrivato a Ca Venier proseguo verso Pila, che rappresenta, per me, la punta estrema del Delta. Un'altra possibilità è attraversare il ponte che conduce prima a Porto Tolle e poi a Scardovari. La scelta non è semplice...dopo un attimo d’indecisione mi dirigo a Scardovari. La sacca degli Scardovari è sicuramente il posto più turistico del Delta, infatti, nel 2009 dovrebbe sorgervi una struttura turistica. Terminata “via del Mare” inizia “via Belvedere”. Qui bisogna fermarsi e fare qualche passo a piedi avviandosi lungo un sentiero che inizia vicino alla fine della Darsena; in inverno è fangoso, ma facendo un po' d’attenzione, si può percorrere sino a poca distanza dal mare. Il paesaggio che appare toglie il fiato, è selvaggio e surreale. Le mareggiate hanno rigettato sulla sabbia tutto quello che il grande fiume porta al mare. Ci sono centinaia di tronchi completamente levigati dalle correnti e dal vento, accatastati alla rinfusa con i rami ad abbracciare il cielo e il mare in un tutt’uno e un’acqua cristallina che difficilmente si può ammirare in un Delta. Oltre la spiaggia, seguendo gli scogli, si raggiunge un rudimentale porto di pescatori: è l'ingresso della Grande Sacca degli Scardovari. Se la marea lo permette, si possono raggiungere delle piccole penisole di sabbia scura, spesso ricoperte di conchiglie. Da questi punti è possibile vedere tutti i casolari dei pescatori presenti sulla costa. Tornato sulla strada asfaltata, raggiungo la darsena dove ho lasciato lo scooter e riparto seguendo via Belvedere che dopo pochi chilometri inizia a fiancheggiare i casolari. Si costeggiano a lungo, poi appaiono vecchi allevamenti di cozze. Lungo il percorso, che costeggia la sacca, m’imbatto in un’oasi del WWF da dove iniziano sentieri tematici che tuttavia sono difficilmente percorribili in inverno. In questa zona è possibile sostare anche col camper. La strada prosegue fino all’estremità della Sacca; mi fermo per un ultimo saluto e, seguendo le indicazioni, torno verso Goro. È il tramonto, ma la zona mi regala ancora ultime emozioni: il passaggio sui ponti di barche, ormai presenti solo in questa zona, producono un’emozione incredibile, come se si percorresse il tempo a ritroso; la strada torna quindi ad essere monotona….non mi resta che salutare il Delta del Po e dargli appuntamento al prossimo anno.

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